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ziano dalla consulenza alle imprese fino alla costruzione di
progetti di comunicazione online. L’impresa è una società
di capitali a responsabilità limitata e siamo in due soci, per-
sonalmente credo che sia determinante non creare un’im-
presa da soli: l’assenza di confronto, anche se a volte risulta
difficile da gestire, difficilmente consente ad un’azienda di
esprimersi al massimo del suo potenziale.
Svolgo poi un’attività di consulenza verso altre imprese con
la mia partita iva e seguo aspetti organizzativi e commerciali
nel settore delle procedure di gestione del credito bancario
a livello nazionale nazionale.
Com’è nato lo spirito imprenditoriale in Lei? Dalla famiglia?
Dall’ambiente nel quale è cresciuto? Quale è stata la prima at-
tività imprenditoriale in cui si è cimentato?
(
Elisabetta)
Lo spirito imprenditoriale me lo ha tramandato
mio padre, Mario Cividin, il fondatore dell’impresa. Fin da
giovane ho respirato aria di imprenditorialità e dopo il per-
corso di studi ho incominciato a muovere i primi passi nel
mondo lavorativo dell’azienda.
(
Andrea)
Mio padre si è sempre occupato di impresa e que-
sto è stato senza dubbio per me uno stimolo importante.
Semplicemente ho sempre saputo che non avrei voluto
trovare un posto di lavoro subordinato e che avrei sempre
cercato di privilegiare, anche a discapito della convenienza
economica, la scelta imprenditoriale. Così ho sempre fatto,
anche se la mia prima impresa, aperta con alcuni soci nel
campo dell’ICT, ha dovuto fare i conti con l’inesperienza.
Secondo Lei, che qualità personali e competenze professionali
deve possedere una persona che vuole intraprendere un’attività
imprenditoriale?
(
Elisabetta) Un imprenditore, con le proprie competenze
pro-
fessionali e le qualità personali, deve avere quello spirito
adeguato per esplorare il mondo lavorativo con coraggio,
determinazione, intuizione, spirito di sacrificio, disponibilità,
il sapersi mettere in gioco con un’adeguata consapevolezza
del fattore rischio. È creatore del proprio percorso.
(
Andrea)
Non credo esista una regola. L’entusiasmo non può
mancare, ma un’azienda è prima di tutto un sistema com-
plesso che vive in un mondo di regole. Serve relazionarsi ad
esse con competenza e con l’aiuto di giusti consulenti ed
associazioni di categoria.
A tutti consiglio lo studio dell’inglese e nozioni di contabi-
lità aziendale.
Quali sono stati gli errori che Le è capitato di commettere nei
primi anni di attività? E quali gli insegnamenti costruttivi che
ne ha tratto?