Sorveglianza Sanitaria
Principali rischi ai quali possono essere esposti gli studenti durante la frequenza dei corsi
- Rischio da agenti biologici: durante le
attività di laboratorio potreste venire in contatto con materiali biologici
contaminati da agenti infettivi (virus, batteri, funghi …) responsabili di
malattie infettive, alcune delle quali possono essere prevenute tramite
vaccinazioni obbligatorie (es. tubercolosi) o non obbligatorie, ma fortemente
consigliate (Epatite B, Influenza, Rosolia ecc.).
- Rischio da esposizione ad agenti chimici: nelle
procedure di pulizia, disinfezione e sterilizzazione degli strumenti
diagnostici o di laboratorio, delle superfici di lavoro si è esposti al
contatto o alla inalazione di sostanze tossiche od irritanti per la cute e
l’apparato respiratorio, per cui è necessario lavorare sotto cappa (cappe
aspiranti) o adottare dei Dispositivi di Protezione Individuali (DPI),
rappresentati da guanti, mascherine, ecc. .
- Rischio da esposizione ad agenti sensibilizzanti (allergia): alcuni materiali biologici di origine umana, animale,
vegetale, alimentare possono sensibilizzare il nostro organismo dando origine a
malattie allergiche: rinite allergica (es. raffreddore da fieno), l’asma
bronchiale, alcune malattie della pelle (orticaria), ecc. Anche sostanze
chimiche semplici (di basso peso molecolare) possono dare origine a malattie
allergiche legandosi alle proteine del nostro organismo. E’ possibile anche una
sensibilizzazione della pelle ad altri agenti chimici presenti nei detergenti,
detersivi, disinfettanti, nelle sostanze manipolate ecc. che provocano delle
dermatiti da contatto.
- Rischio da esposizione farmaci: la
manipolazione, preparazione può dare origine ad alcuni inconvenienti e
precisamente: a) fenomeni di sensibilizzazione descritti nel precedente
paragrafo, b) effetti di natura farmacologica per assorbimento “cronico” di
questi prodotti, c) esiste anche il rischio di tumore per una manipolazione
senza mezzi di protezione personale di alcune sostanze dette “antiblastici” ed
usate nella cura dei tumori.
- Rischio da agenti fisici: nel corso di
procedure di laboratorio vengono utilizzate sorgenti di Radiazioni Ionizzanti
(RI) e Radiazioni non ionizzanti (NIR), potenzialmente dannose per la salute
(midollo osseo, gonadi, cristallino); le apparecchiature (fonti di esposizione)
e le aree di utilizzo sono rigorosamente controllate, sorvegliate e delimitate.
A scopo di ricerca possono essere impiegate sostanze radioattive, che
rappresentano una fonte di rischio di RI. Inoltre si tenga presente che gli
impianti elettrici, le prese di corrente e le apparecchiature collegate con la
rete costituiscono una fonte potenziale di infortunio elettrico: le rigorose
misure di prevenzione e protezione e la formazione ed informazione degli
operatori sono fondamentali per evitare infortuni di questa natura.
- Impegno visivo: nel corso della formazione e
nello svolgimento dell’attività professionale può essere richiesto un impegno
della vista per esami al microscopio ottico o per utilizzo di videoterminale.
L’esistenza di malattie oculari o disturbi della rifrazione (miopia,
astigmatismo, ecc.) possono aggravare i fenomeni di fatica visiva in queste
attività. Tali disturbi e/o malattie debbono essere pertanto segnalati.
- Impegno psicologico: anche i rapporti
interpersonali (relazioni umane, rapporti con i colleghi, relazioni
gerarchiche, ecc.) possono essere fonti di problemi.
- Rischio infortunistico: l’infortunio sul
lavoro è un danno o lesione alla persona prodotta da “causa violenta” (=causa
che agisce in modo concentrato nel tempo) in occasione di lavoro. Nei
laboratori e negli stabulari gli infortuni più frequenti sono prodotti da
puntura d’ago o da ferite da taglio (mezzi taglienti), ma sono possibili anche
altri tipi di infortunio per caduta, scivolamento, contatto accidentale con
conduttori di tensione, ustioni prodotte da sorgenti di calore o fiamme libere,
fattori di carattere ergonomico come la “lombalgia da sforzo” ecc. E’
importante ricordare che nel nostro Paese, per certe categorie di lavoratori,
le malattie infettive sono considerate “infortunio sul lavoro”, perché la causa
“virulenta” (virus e agenti batterici o d’altra natura) è omologata alla causa
violenta.
Il Medico Competente
Prof. Corrado Negro
Trieste, luglio 2005
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