Il Culex trascritto e annotato da Boccaccio (Miscellanea Laurenziana, f.17r-f.24r)  a cura di Nevio Zorzetti, Roberta Cervani e Angelo Floramo

Il progetto di trascrizione e codifica del Culex ha preso corpo nell'ambito del progetto PRIN 2009 “Biblioteca digitale dei Commentatori Latini” (BibCLat), su cui si veda la mia relazione Biblioteche digitali: BibCLat e altro, presentata al convegno conclusivo del progetto, tenuto presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II nei giorni 25-27 settembre 2013, consultabile anche qui.

Organizzando l'attività dell'unità operativa di BibCLat costituita presso l'Università di Trieste Nevio Zorzetti volle predisporre un caso di studio significativo per sperimentare e discutere criticamente gli standard di rappresentazione digitale del testo annotato, scegliendo come testo su cui lavorare il commento del Boccaccio al Culex, che si conserva nel codice laurenziano Plut. 33, 31, comunemente noto come Miscellanea Laurenziana.

Ha quindi affrontato insieme a Roberta Cervani e Angelo Floramo (con cui aveva lavorato su quel manoscritto anche in precedenza) trascrizione e codifica dell'opera nell'Extended Markup Language, elaborandolo secondo un modello sviluppato nella direzione indicata dalla Text Encoding Initiative.

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Una prima trascrizione e codifica in XML è stata pubblicata in questo sito da Cervani e Floramo il 30 gennaio 2013, per festeggiare i 70 anni di Zorzetti, ma è stata rimossa per presentare al suo posto la nuova versione (2014-2015) rivista e corretta, su mia richiesta, da Zorzetti. Sulla base di quest'ultima Cervani e Floramo hanno elaborato l'impaginazione per il volume: IL CVLEX TRASCRITTO E ANNOTATO DA GIOVANNI BOCCACCIO. COD. LAUR. PLUT. 33, 31, FOGLI 17R - 24R. A cura di Angelo Floramo e Roberta Cervani, Edizioni Università di Trieste, 2015, distribuito in versione pdf e cartacea da openstarts.

Il lettore interessato troverà i contenuti dei quattro file XML impaginati nella forma di un testo con due apparati e scritture marginali, potendoli confrontare con la riproduzione fotografica delle pagine corrispondenti del manoscritto e con la codifica in XML della trascrizione, aggiunta in appendice.

La codifica dei dati, secondo un modello elaborato sulla base dell’analisi strutturale e semantica del contenuto, è costituita in concreto da alcuni file XML (sono quattro, uno per il testo e tre per i diversi tipi di interventi di correzione o commento). Sono raccolti in un archivio digitale, distribuito nel mio sito. Ogni file XML, nell’archivio, è accompagnato dalla descrizione del modello dei dati (XSD e DTD) e da un foglio di trasformazione (XSL) con cui, attraverso la conversione in XHTM, è stata data una semplice e limitata visualizzazione per il web.

Certamente, è per la visualizzazione sullo schermo di un computer che le tecnologie permettono di sviluppare un’interfaccia che può dare al lettore accesso dinamico e interattivo ai testi. Senza il condizionamento del supporto materiale, la codifica dei contenuti separati dalla presentazione consente di realizzare la navigazione tra viste molteplici, non solo selezionando e collegando tra loro gli elementi di un testo, ma anche ampliando il contesto a una biblioteca di testi.

Tuttavia (ed è questo il punto di vista da cui Cervani e Floramo hanno affrontato il loro compito editoriale), anche la presentazione statica del testo commentato mette il lettore di fronte alla scelta continua tra percorsi di lettura che possono essere messi in evidenza, facilitati, stimolati nell’impaginazione, con le scelte delle modalità espositive e degli stili applicati, e in generale prendendo spunto dalla meta-informazione raccolta dall’analisi strutturale e semantica.

Lucio Cristante