Lucio Cristante, Biblioteche digitali: BibCLat e altro
 
BibCLat e altro
Tecnologie Virgilio e Servio Marziano e i suoi commentatori Il Culex del Boccaccio

Lucio Cristante (Università degli Studi di Trieste)
Biblioteche digitali: BibCLat e altro

intervento all'incontro
Forme di accesso al sapere in età tardoantica e altomedievale. IV. Commenti, Parafrasi, Manuali Scolastici
Università degli Studi di Napoli Federico II - Napoli, 25-27 settembre 2013

1. Premessa. 2. BibCLat (Il progetto, Dalla codifica allo sviluppo applicativo). 3. A lato di BibCLat (DigilibLT, Itinerari mitologici).
4. Altri contributi triestini in BibCLat (Il Servio del Thilo, Il Culex trascritto e commentato da Boccaccio). 5. Martianus e i suoi commentatori. 6. Conclusione.

1. Premessa

In questo intervento desidero informare con la brevità che il tempo concesso mi impone su un alcune iniziative di preparazione di testi antichi e medievali per le biblioteche digitali. Mi limiterò a una descrizione essenziale del progetto, sottolineando qualche punto che potrebbe essere interessante riprendere, a mio parere, probabilmente in altra occasione, in una discussione più approfondita.

2. BibCLat

2.1 Il progetto

Inizio naturalmente presentando la BibCLat, Biblioteca dei Commentatori Latini, alla cui impostazione ha lavorato nell'ultimo biennio un gruppo interuniversitario coordinato da Marisa Squillante. Nel programma iniziale, di avvio del progetto l'attenzione è stata rivolta ai testi dei commenti antichi ai poeti.

L'unità dell' Università Federico II di Napoli, diretta dalla stessa Squillante, si è incaricata di lavorare sulla scoliastica oraziana (Pseudo-Acrone e Porfirione).

L'unità dell'Università di Salerno, diretta da Paolo Esposito, ha preso in considerazione i materiali esegetici tardoantichi, cioè i blocchi di annotazioni pervenute in testimoni più propriamente di epoca medievale, ma contenenti al loro interno evidenti tracce di una facies più antica, relativi a Lucano e Giovenale.

L'unità dell'Università di Perugia, diretta da Carlo Santini, ha rivolto l'attenzione al Commentum di Lattanzio Placido a Stazio.

L'unità dell'Università di Roma 2, diretta da Fabio Stock, si è dedicata a Servio

L'unità dell'Università del Piemonte Orientale, diretta da Raffaella Tabacco, si è interessata alle raccolte di scoli a Lucano che si rinvengono in codici databili fra il IX e il XII secolo edite da Usener e Cavaioni e, con il gruppo aggregato diretto da Massimo Gioseffi, alle Interpretationes Vergilianae di Donato.

Ogni unità che si è messa al lavoro sulla preparazione dei testi ha naturalmente impostato un proprio, diverso, percorso ed ha i propri obiettivi intermedi.

Invece l'unità dell'Università di Trieste, alla cui direzione Roberta Cervani ha preso il posto in sostituzione di Nevio Zorzetti, che è andato in pensione, ha fornito servizi sul proprio server (che in realtà è una macchina personale di Zorzetti, data in comodato) e supporto informatico in generale, curato le specifiche di codifica e sperimentato qualche sviluppo applicativo.

Mi limito a dare una definizione sintetica degli obiettivi.

In prospettiva, il lavoro deve portare alla formazione di una raccolta digitale dei testi dei commenti che ho ricordato, accompagnati dal testo dell'autore commentato e arricchiti con l'aggiunta dell'apparato critico e con la possibilità di annotare per tipologie parole e segmenti del testo rendendoli indicizzabili e/o ricercabili.

Alla parola biblioteca usata per definire questo progetto va dato il significato di risorsa pubblica, aperta, che tutti possono utilizzare, e pensata per una validità di lunga durata. I materiali che mette a disposizione saranno utilizzabili mediante lo sviluppo di applicazioni da parte della stessa biblioteca o di altri.

2.2 Dalla codifica allo sviluppo applicativo

La codifica applicata per rispondere a queste esigenze è basata sull'addozione dell'XML come linguaggio e di Unicode come sistema di codifica dei caratteri e si fonda sullo standard della "Text Encoding Initiative" (TEI P5: Guidelines for Electronic Text Encoding and Interchange by the TEI Consortium, Text Encoding Initiative Consortium, Charlottesville, Virginia 2011; le linee guida di TEI hanno addotato XML e Unicode dalla versione 4).

Chi sa già di Unicode, XML e TEI può guardare le specifiche di codifica per BibCLat. , passando poi in rassegna che cosa lo standard TEI così esteso permette di realizzare con applicazioni sviluppate per utilizzare i testi preparati in quel modo.

Fornisco invece, nella sezione tecnologie, una più semplice presentazione che segue tutto il percorso dalle prime basi della codifica allo sviluppo applicativo. È stata preparata dall'informatico impegnato per l'unità triestina di BibCLat nella sperimentazione di qualche sviluppo applicativo per l'utilizzazione dei materiali in via di produzione per il progetto. Vi si possono guardare qualche semplice esempio di codifica di Orazio e dello Pseudo-Acrone e qualche screenshot di un'applicazione che ne dimostra le possibilità di l'utilizzazione.

3. A lato di BibCLat

Desidero estendere ora il mio discorso ad altre raccolte digitali.

Biblioteca digitale è un'espressione che può essere intesa in modi diversi. Ma quando si parla di una biblioteca digitale in cui i testi sono codificati in XML, nato come tecnologia Web per la libera condivisione, e ancor più quando la codifica ci è sviluppata in conformità alle linee guida della Text Encoding Initiative, va da sè che non si tratta di una monade senza porte e senza finestre.

Come tutte le biblioteche digitali impostate su questi principi, BibCLat nasce per affiancarsi a biblioteche preesistenti e a biblioteche future. Ci si aspetta che al momento di distribuire le risorse, esse siano rese disponibili con una licenza non commerciale del tipo Creative Commons e che sia impostato uno scambio su base di reciprocità tra biblioteche, che ne amplifichi l'utilità.

3.1 DigilibLT

Inizio naturalmente da digitlibLT. Ai presenti non c'è sicuramente bisogno di segnalare la digilibLT, digital library of late-antique latin texts, un progetto (cito dal sito) "partito da un’idea di Raffaella Tabacco, sviluppata e concretizzata insieme a Maurizio Lana" nel 2010, che "ha lo scopo di costruire e mettere a disposizione libera e gratuita degli studiosi un database della letteratura latina tardoantica, dal II al VI secolo d.C."

Mi limito qui a rimandare al sito (http://www.digiliblt.unipmn.it/) e ad invitare a leggere Maurizio Lana, Metodologie e problematiche per una biblioteca digitale. Il caso di digilibLT, in Digitalia (http://digitalia.sbn.it/), VII-1 2012.

3.2 Itinerari mitologici

Ad un'iniziativa nuova dedico invece la segnalazione di un'altra biblioteca digitale, che si affiancherà a BibCLat (e ovviamente a digilibLT).

Si tratta di testi che provengono dalla biblioteca digitale di lavoro che Nevio Zorzetti e il suo allievo Angelo Floramo hanno alimentato studiando il testo, le fonti e la fortuna dei tre Mitografi Vaticani. Andando in pensione, Zorzetti ha dato tutti i materiali di questa raccolta alla Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, dove sono affidati alle cure di Floramo, insieme a un progetto per renderne pubblicamente accessibili in una biblioteca digitale le parti di maggior interesse.

Il progetto si intitola Itinerari Mitologici e riguarda in primo luogo testi dei tre Mitografi Vaticani:

  • il testo critico e con apparato delle fonti del Mitografo Vaticano I di Nevio Zorzetti (da Nevio Zorzetti, La costruzione medievale della mitologia classica. Studi sul testo e le fonti dei Mitografi Vaticani I e II. I. Fabularius A, Editoriale Libraria, Trieste 1988, aggiornato con Nevio Zorzetti e Jacques Berlioz, Le premier Mythographe du Vatican, Les Belles Lettres, Paris 1995),

  • il testo critico e con apparato delle fonti del Mitografo Vaticano II di Angelo Floramo (da Nevio Zorzetti, Ricerche sulla tradizione manoscritta e sulle fonti del secondo mitografo vaticano, Editoriale Libraria, Trieste 1993)

  • il testo del Mitografo Vaticano III di Bode (G.H. Bode, Scriptores rerum mythicarum Latini tres Romae nuper reperti, Cellis 1834) con aggiunto l'apparato delle fonti.

I tre mitografi vaticani rappresentano la ricezione tardo-medievale e pre-umanistica della materia mitologica nella tradizione latina e le loro fonti, identificate pressocchè totalmente, sono soprattutto i commenti tardo-antichi e alto-medievali.

L'edizione recente di Péter Kulcsár del Corpus Christianorum (Mythographi Vaticani I et lI, cura et studio P. Kulcsàr, Turnholti 1987 [CC, Series Latina, 91c], deve assolutamente essere sostituita con quelle di Zorzetti e Floramo, da cui è superata per il loro studio analitico delle fonti e per l'uso dei nuovi manoscritti del Mitografo II sconosciuti a Bode.

Poichè i testi di Zorzetti e Floramo del 1988 e 1993 sono introvabili, la loro ripubblicazione in Itinerari mitologi è dunque, a mio parere, importante.

I tre testi dei Mitografi Vaticani erano già codificati in XML da Zorzetti (è il suo modo di lavorare dalla comparsa dell'XML). Hanno bisogno di aggiustamenti per essere resi pienamente conformi allo standard TEI, ma si tratta di lavoro che può essere eseguito in tempi brevi e saranno quindi presto disponibili.

4. Altri contributi triestini in BibCLat

Ho aspettato di informare sul progetto Itinerari mitologici per dire di due testi che dalla biblioteca di lavoro di Nevio Zorzetti sono passati al progetto BibCLat.

4.1 Il Servio del Thilo

I testi di Virgilio (quello dell'Eneide è stato sostituito con il testo dato per BibCLat da Fabio Stock) e di Servio (elaborato dal Servio dei PHI Latin Texts del Packard Humanities Institute) degli archivi destinati a "Itinerari mitologici" per sperimentare lo sviluppo di applicazioni su testi codificati in attesa di quelli di cui si andava impostando la ovviamente lenta preparazione.

Il Servio di Thilo, che era presente negli archivi di Itinerari mitologici già ricodificato in XML e che è stato perciò abbastanza rapidamente ricodificato per essere TEI compliant, non è certo il nuovo Servio, impostato sulla linea harvardiana su cui lavora Ramirez, in cui si è avviato il lavoro per BibCLat, curato dall'unità di Roma.

Ma considerando che questa codifica del Servio di Thilo è migliore di quella del Progetto Perseus, che rimane indubbiamente utile, e che è immediatamente utilizzabile, mentre la codifica del nuovo Servio è un lavoro immane che richiederà sicuramente tempi lunghi, questo testo rimane negli archivi della BibCLat anche dopo la sua utilizzazione temporanea per le sperimentazioni.

Si può vedere il Servio tratto dall'archivio degli Itinerari mitologici e transcodificato per BibCLat affiancato a Virgilio visualizzati in un interfaccia minima con la tecnologia più semplice (XSLT) con cui l'XML si può presentare in un browser, nella sezione Biblioteca dei Commentatori Latini. [link diretto con apertura in un'altra finestra]

4.2 Il Culex trascritto e commentato da Boccaccio

Tratto dagli archivi dei materiali destinati a Itinerari mitologici (che contiene testi rappresentanti sia la fonte che la fortuna dei tre mitografi) è il Culex trascritto e commentato da Boccaccio dello zibaldone laurenziano.

Questo testo è fuori dai limiti cronologici di BibCLat e di questo stesso incontro, ma è stato scelto per un'altra ragione: il Culex di Boccaccio fornisce l'esempio di un testo annotato, su cui l'unità triestina ha sperimentato la codifica di un testo insieme alla riproduzione del manoscritto da cui è trascritto, mantenendo comunque la conformità allo standard TEI.

Nevio Zorzetti e Angelo Floramo avevano trascritto il Culex commentato dal Boccaccio preparando il loro intervento su La mitologia nelle glosse del Boccaccio al Seminario internazionale su Gli Zibaldoni di Boccaccio. Memoria, scrittura e riscrittura, svoltosi a Firenze - Certaldo nel 1996. Quest'anno Roberta Cervani ed Angelo Floramo hanno ripreso in mano questa trascrizione, rimasta inedita, e hanno prodotto una nuova versione, che il cui testo è stato codificato secondo i criteri di BibCLat.

Dunque, Nevio Zorzetti, , ha lavorato (riusando con qualche adattamendo software canadese open source: il sito) per produrre dapprima un nuovo XML, in cui il testo è suddiviso come si trova nei fogli del codice, integrando nell'XML la mappatura del testo e delle annotazioni sulla riproduzione del manoscritto, e poi il primo abbozzo di una presentazione ipermediale per il web dell'informazione così codificata.

Nella sezione Biblioteca dei Commentatori Latini presento la trascrizione integrale del Culex commentato dal Boccaccio di Roberta Cervani ed Angelo Floramo, ricordando che si tratta della prima edizione di quest'opera. Vengono mostrate a sinistra la codifica XML e a destra il testo prodotto dalla sua trasformazione con l'applicazione di un foglio di trasformazione.

Presento poi, sempre nella sezione Biblioteca dei Commentatori Latini, la riproduzione della prima pagina del commento di Boccacio a sinistra, e la mappatura del testo sull'immagine codificata in XML da Nevio Zorzetti a destra, per mostrare come essa è costruita con i suoi elementi secondo lo stabdard TEI, con un elemento facsimile che contiene diverse zone individuate con coordinate.

Infine vi si trova l'esempio di presentazione ipermediale della stessa pagina prodotta da Zorzetti.

5. Martianus e i suoi commentatori

I testi della cui codifica parlerò ora, avviandomi alla conclusione, hanno uno stretta affinità con quelli del progetto BibCLat, ma non rientrano in esso perchè non si tratta di commenti ad opere poetiche, bensì ad un'opera in prosa (o meglio, a un prosimetro). Si tratta delle Nuptiae di Marziano Capella e dei suoi commentatori, presenti solo frammentariamente negli archivi di Itinerari mitologici.

Ricordo che Remigio di Auxerre è stato identificato tra le fonti del Mitografo Vaticano I da Nevio Zorzetti e che Marziano e Remigio sono fonti fondamentali del Mitografo Vaticano III (oggi identificato con un Alberico di Londra) ben note fin dalla dissertazione di Robertus Raschke (De Alberico mythologo, Breslauer Philologische Abhandlungen 45, Breslau, 1913).

Gli interessi di Zorzetti e miei interessi per Marziano in generale e in particolare come curatore di una nuova edizione critica, commentata e con traduzione italiana delle Nuptiae ci hanno portato a fondere gli sforzi in un progetto specifico per affiancare a quella dei Mitografi Vaticani, separata ma congiungibile ad essa, una biblioteca digitale dedicata a Marziano e ai suoi commentatori.

Posso presentare qui per la prima volta i testi, ancora privi di apparato e note, dei primi due libri di Marziano e delle annotazioni relative di Giovanni Scoto e Remigio in uno stadio di preparaziano iniziale. Testo e traduzione di Marziano sono rispettivamente mio e di Lenaz e rispecchiano l'edizione recente (Martiani Capellae, De Nuptiis Philologiae et Mercurii libri I-II, Weidmann, Hildesheim 2011). I testi di di Giovanni Scoto e Remigio sono quelli di Cora E. Lutz (Iohannis Scotti Adnotationes in Marcianum, The Medieval Academy of America, Publication n° 34, Baltimore, 1939; Remigii Autissiodorensis commentum in Martianum Capellam, libri I-II, edited by Cora E. Lutz, Brill, Leiden 1962; Remigii Autissiodorensis commentum in Martianum Capellam, libri III-IX, edited by Cora E. Lutz, Brill, Leiden 1965).

Al testo di Marziano Zorzetti ha dato una suddivisione nuova, basata su una nuova analisi strutturale dell'opera. I punti di riferimento dell'articolazione tradizionale, cioè della suddivisione in paragrafi di Kopp (1836), seguita da tutti gli editori successivi, vengono conservati nella marcatura internamente al testo.

Nella sezione Marziano e i suoi commentatori sono consultabili testo latino e a fronte traduzione italiana di Marziano e, a fronte del testo di Marziano, quelli dei commenti di Remigio e di Giovanni Scoto.

Come si vede, la Lutz (1906-1985) non ha usato riferimenti ai paragrafi di Kopp, ma alle pagine e alle righe dell'edizione del Dick (De nuptiis Philologiae et Mercurii, ed. Adolfus Dick, 2. ed. 1925, 3. ed. Stuttgart 1978). Non lo ha fatto, perchè i collegamenti sarebbero risultati molto vaghi, viste le dimensioni dei paragrafi di Kopp. Ha scelto l'unica soluzione che le restava possibile, ancorare le note con un riferimento a pagina e riga di un'edizione, quella in uso quando ha incominciato a lavorare alla trascrizione. Naturalmente così sono rimasti vincolati a un'edizione che ha fatto il suo tempo.

Nella biblioteca digitale dedicata a Marziano, di cui ho mostrato testi ad uno stadio di preparazione iniziale, la codifica dei commentatori presuppone la nuova suddivisione del testo di Marziano (a cui Zorzetti, come si è visto, sta già lavorando).

Con questo intendo far notare che si sente fortemente l'esigenza che la filologia dia il suo apporto agli standard di codifica con propri standard, che possono nascere solo da iniziative collettive, per avere codifiche con validità di lunga durata, a incominciare da quella per individuare un luogo di un testo (con la terminologia di TEI, le Canonical References). In età pre-informatica su questi argomenti la filologia classica ha insegnato agli altri.

6. Conclusione

Concluderò con una citazione da una dispensina anonima (una tipica forma di accesso al sapere di età contemporanea) indirizzata curiosamente sia a studenti di filologia classica che a studenti di tecnologie web.

Il filologo tenta di capire come è avvenuta la trasmissione della memoria organizzata nella scuola e attorno alla tradizione manoscritta e di dare un contributo ad essa.
Guardando ai saperi come memoria, egli si fonda sul presupposto antropologico della memoria culturale: l'errore più grave che uno studente può fare all'esame (sia di filologia, che di tecnologie web) è di soggiacere alla deprecabile abitudine giornalistica di riferirsi alla memoria, dove essa è culturale, con "quel che è nel nostro DNA".
Al filologo dunque interessano i modi in cui si sono concretizzate storicamente le pratiche che hanno variamente conservata e trasmessa la memoria.
I filologici classici più di altri intendono bene che questo è avvenuto passando attraverso trasformazioni profonde, perchè hanno davanti a sè una storia della cultura in cui la trasmissione della memoria organizzata nella scuola e attorno nella tradizione manoscritta (e, aggiungiamo perciò, complementari, nelle biblioteche) di cui si occupano ha a monte la sua emersione nell'esperienza greca dall'oralità e dall'inculturazione e a valle prima la sua prosecuzione tardo-antica, resa problematica dalle trasformazioni interconnesse prodotte dalla cristianizzazione, dalle interazioni romano-barbariche e dalla separazione di oriente greco e occidente latino, e poi la sua ridefinizione rinascimentale attorno all'invenzione della stampa e allo sviluppo del libro.
Oggi, nell'età dell'informazione digitale, una nuova trasformazione, non meno profonda e probabilmente molto veloce, sta ridefinendo la cultura con l'introduzione di un diverso tipo di supporto della memoria, che ha implicazioni profonde nelle pratiche utilizzate per conservare e rendere accessibili i saperi.

In un incontro sulle "forme di accesso al sapere in età tardoantica e altomedievale", dedicato a "Commenti, Parafrasi, Manuali Scolastici", non possiamo non sentire l'omologia tra le problematiche di lungo periodo, di continuità e trasformazione, di crisi e riforma, di quel periodo e le problematiche del momento contemporaneo. Non possiamo non rileggere il passato alla luce del presente e capire un po' più simpateticamente, ad esempio, l'introduzione di uno standard come la carolina; e rileggere il presente alla luce del passato nelle nostre aspettative di riforme e di un nuovo Alcuino e capire un po' di più, non da tecnici, ma culturalmente, le ricodifiche nate per il web e l'importanza che la filologia vi partecipi non passivamente.