NEWS - ESERCIZI FILOSOFICI
CfA – Call for Abstracts
Esercizi Filosofici, 12(ii),
2020
Sul divenire immateriale
A cura di Emilia Marra (Università degli Studi di
Trieste) e Marco Pavanini (Durham University)
Call for abstracts per il secondo numero del volume 12 (anno 2020) di
Esercizi Filosofici (ISSN: 1970-0164), rivista open access del Dipartimento
di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste edita da EUT (www.openstarts.units.it/dspace/handle/10077/11907).
Questo numero speciale di Esercizi Filosofici intende costruire un cantiere
di riflessione transdisciplinare intorno al tema dell’immateriale e al suo
rapporto con la materialità. Tale problematica rappresenta una questione
cruciale all’interno del fenomeno dell’umano, che continuamente si confronta
con processi di smaterializzazione in diversi ambiti della sua esistenza.
Inoltre, e più specificamente, l’urgenza di rilanciare tale questione –
presente nel dibattito filosofico già a partire dai tentativi degli anni
Novanta di individuare nuove coordinate teoriche per descrivere il
postfordismo – sta nella paradossale congiuntura teorica del contemporaneo,
all’interno della quale più il capitalismo cognitivo e la rivoluzione
digitale si affermano, più si sente il bisogno speculativo di riaffermare la
centralità dell’oggetto materiale: il New Realism e l’Object-Oriented
Ontology, per esempio, vanno non a caso di pari passo con la cosiddetta
“Material Turn” nei Media Studies e con la pressoché totale dismissione del
termine “immateriale” dallo scenario a noi contemporaneo. Allo stesso modo,
il rivendicare da parte delle cosiddette “scienze dure” la priorità del dato
empirico, osservabile e misurabile, così come i frequenti richiami alla
concretezza dei bisogni immediati dei soggetti e all’immediatezza delle loro
pulsioni elementari, frequentemente riscontrabili tanto nel dibattito
politico quanto nella propaganda commerciale, testimoniano di un senso di
smarrimento e di angoscia verso la potenziale dematerializzazione del mondo
della vita, che sembra rarefarsi e perdere consistenza.
Già
nel 1990, Deleuze indicava, nel passaggio dalla foucaultiana società
disciplinare alla società del controllo, una progressiva fusione della
coppia polarizzante firma-matricola in cifra, ossia il passaggio dalla
valorizzazione della singolarità dell’individuo e delle sue coordinate
all’interno di una massa al semplice grado di accesso a un’informazione (una
porta che si apre, una frontiera attraverso cui passare, un trattamento
sanitario autorizzato, un prestito erogato), sottolineando la correlazione
diretta tra questo nuovo tipo di società e l’abbandono della moneta fisica
in favore di flussi monetari, nonché la peculiarità delle tecnologie
contemporanee (dalle leve meccaniche alla modulazione computazionale). Macho
gli fa eco nel 2008, sottolineando causticamente che «se oggi vuoi essere un
individuo, devi essere capace di memorizzare sequenze numeriche». Ancora,
nel 2003, Gorz insisteva sull’aspetto “immateriale” del capitalismo odierno,
ossia sulla sostanziale decentralizzazione dell’asse produttivo in favore di
una messa a profitto dell’aspetto cognitivo, costringendoci a riflettere,
tramite tale ossimoro, sulla crisi epistemica di cui le stesse teorie
economiche non smettono di dover rendere conto. D’altro canto Lazzarato, che
nel 1997 si dedica al concetto di “lavoro immateriale”, rinuncia presto
all’uso di tale termine, sottolineando il rischio di collusione con forme di
economicismo. Quest’ultime sarebbero infatti incapaci di cogliere le
conseguenze in termini di rapporti di potere e a livello
affettivo-pulsionale che il passaggio dal materiale all’immateriale – si
pensi, per esempio, al capitalismo finanziario – opera all’interno del
nostro rapporto con la temporalità: dall’ottimizzazione del qui e ora
all’apertura di un orizzonte futuro dominato dall’illusione del credito e,
di conseguenza, dal suo inevitabile rovesciamento in debito (ne è un esempio
la crisi economica del 2007-2008).
A
partire da questa prima, parziale rassegna, è possibile porre alcuni
interrogativi: qual è il rapporto tra materiale e immateriale? È possibile
ridurre il secondo a una forma derivata o dipendente del primo, o esso
rivendica piuttosto una dimensione autonoma, sintomo di una differenza di
natura? Il materiale e l’immateriale vanno pensati come coppia di concetti
oppositivi, o si può stabilire tra loro una forma di contaminazione o
coappartenenza? Quali vantaggi potrebbe offrire una riflessione che ponga
l’accento sulla dimensione immateriale del materico? E quale significato
avrebbe, oggi, l’immateriale? Questo numero speciale si propone di
raccogliere proposte che indaghino la natura di tale rapporto, con
particolare riguardo al contributo che una riflessione sull’immateriale può
offrire oggigiorno. Proprio allo scopo di salvaguardare la complessità di
tale relazione, si è ritenuto opportuno porre la questione dell’immateriale
come analisi di un processo più che come definizione di un concetto.
L’immateriale, con il rischio ipostatico che si porta dietro, cede allora il
passo al “divenire immateriale”, ossia a quella istanza trasformativa che,
pur senza separarsene, sorvola e doppia in una metà non simmetrica la serie
definita dalla materia.
Si dà dunque il benvenuto a contributi riguardanti, ma non ristretti in modo esclusivo, le seguenti aree tematiche:
A.
Divenire immateriale come dimensione strutturale
dell’umano:
1.
La morte come divenire immateriale del corpo, e il
fantasma come entità di stampo residuale e liminare, analizzati attraverso i
filtri delle indagini antropologiche, etnologiche e storico-antropologiche;
2.
Il comportamento simbolico come divenire immateriale
del segno nel significato, a partire sia dalle analisi della semiotica (per
es. Meillassoux) che da quelle della genealogia del senso (per es. Sini);
3.
L'inconscio come divenire immateriale dell’esperienza e
sua sedimentazione mnestica, così come il suo riemergere nel sogno e nel
lapsus, indagati dalla psicoanalisi;
4.
Il rapporto tra mente e corpo, inteso come divenire
immateriale dello psichico a partire dalla corporeità biologica, attraverso
prospettive plurime quali la filosofia analitica (mind-body problem), le
scienze cognitive e la teologia (immaterialità dell’anima);
5. Il divenire immateriale dell’esperienza empirica come questione del processo di sussunzione del dato che viene reso teoria e concetto, sia in prospettiva storico-filosofica che in ottica epistemologico-scientifica.
B.
Divenire immateriale come taglio ermeneutico precipuo
per comprendere l’epoca contemporanea:
1.
La rivoluzione digitale del sistema socioeconomico,
intesa come divenire immateriale del processo capitalista, che diventa
limbico (Courtwright), cognitivo (Fumagalli), attenzionale (Crary),
informazionale (Castells);
2.
Il divenire immateriale dell’economia come affermazione
della finanza e relativa smaterializzazione della moneta e della merce;
3.
Il divenire immateriale all’interno del paradigma della
fisica contemporanea, che transa da una teoria di stampo meccanicista e
fisicalista a una visione del sostrato della realtà come aggregato
indecidibile di corpuscoli e onde;
4.
Il divenire immateriale della pratica artistica
contemporanea in installazioni, body artists e strutture immersive;
5. Attraverso l’affermarsi dei social media, il divenire immateriale delle pratiche interpersonali, dell’espressione dei sentimenti e dell’elaborazione della soggettività, che avviene in misura sempre maggiore all’interno di queste piattaforme.
C.
Divenire immateriale come espressione della differenza
di natura dell’ambito dell’immateriale rispetto al materiale, e del suo
potenziale di emancipazione e contro-effettuazione:
1.
L’immaterialità del dato della teoria, nella misura in
cui la macrostruttura, ossia il contesto epistemico, pre-condiziona il modo
in cui i dati stessi – gli elementi fondanti un costrutto teorico – vengono
acquisiti;
2.
Divenire-immateriale come divenire minoritario
(Deleuze), la sua potenzialità di emancipazione ed eversione come
rivendicazione di un ambito processuale autonomo, non subordinato né
derivato dal materiale, ma anzi capace di sottrarsi alla sua strutturazione
gerarchizzante;
3.
Il divenire immateriale delle pratiche biopolitiche (da
Foucault a Rancière), che include la raccolta coatta e indiscriminata di
dati sul corpo fino alla sua stessa dismissione, nonché il divenire numerico
di ogni forma di esperienza verso un paradigma iper-materialista (Stiegler)
e una nuova forma di psicopolitica (Byung-chul Han) basata sull’influenza
decisiva sulla vita privata dei dati condivisi online;
4.
Il divenire immateriale delle infrastrutture attraverso
le pratiche di Building Information Modelling (BIM), insieme all’inevitabile
persistenza di una forma di materialità anche nell’ambito del digitale;
5.
Il divenire immateriale della concretezza dei soggetti
attraverso le operazioni di profilazione (Zuboff) e controllo algoritmico
(Rouvroy & Berns) degli individui, così come il tentativo di rielaborare in
ottica sovversiva e resistente queste stesse tecnologie informatiche da
parte di hackers e cyberattivisti.
I
contributi possono essere presentati in italiano o in inglese, e devono
esporre risultati di ricerche originali, di carattere teorico o storico,
nell'ambito delle discipline filosofiche in senso ampio, che non siano
ancora stati pubblicati né siano in corso di valutazione presso altre
riviste.
I partecipanti alla call devono inviare un abstract (massimo 3.000 battute) in formato .docx ai curatori del volume Emilia Marra (emiliamarra91@hotmail.it) e Marco Pavanini (marco.pavanini1@gmail.com), insieme a una breve nota biobibliografica, entro il 01/02/2020. I curatori del volume si riservano il diritto di selezionare gli abstracts ritenuti idonei e comunicarlo ai soli diretti interessati entro il 15/02/2020. Gli autori degli abstracts selezionati devono quindi inviare il loro contributo (massimo 40.000 battute, note e bibliografia incluse), reso anonimo, in formato .docx, corredato di abstract in lingua inglese e italiana e cinque parole chiave, entro il 01/06/2020. Tutti i contributi presentati saranno valutati attraverso double blind peer review. I risultati della procedura di revisione saranno comunicati ai diretti interessati entro il 15/09/2020. L’esito di tale procedura può sancire che il contributo sia: (i) pubblicabile così com’è; (ii) pubblicabile con minime revisioni; (iii) pubblicabile con ampie revisioni; (iv) non pubblicabile. Nel caso siano richieste revisioni, i partecipanti al numero dovranno inviare nuovamente i loro contributi, opportunamente modificati e conformi alle norme di formattazione della rivista, entro il 15/10/2020. La pubblicazione del numero è prevista per il 15/12/2020.