Valenze territoriali ed urbane

La vicinanza tra un castelliere, sito abitativo, e la relativa necropoli, per quanto possa sembrare una situazione quasi scontata, è in realtà una cosa rarissima e l’unica di tutta la provincia di Trieste

Questa la prima singolarità, di intrinseco carattere archeologico, che sul sito in esame Chiara Boscarol evidenzia nella sua relazione. Non è però questa la sola singolarità a rende interessante e meritevole di attenzione il lembo di territorio comunale muggesano stretto tra la linea sud del confine di stato (artificiosamente tracciata nel 1945 e che taglia la sommità del Monte Castellier a 215 mslm) e la parte storica dell’insediamento definito come Borgo di Santa Barbara, ma è la stessa presenza vitale di questo insediamento odierno - incardinato sugli stessi elementi che possiamo facilmente immaginare essere all’origine anche di quello protostorico - a rendere singolare e unico, nella sua dimensione territoriale ed urbana, il lembo di territorio comunale così definito. I reperti ritrovati fino ad oggi e utili alla datazione dei primi insediamenti antropici sulla sommità del monte Castellier di Muggia, non scendono nel tempo altre al XV secolo avanti Cristo, mentre abbiamo testimonianza indiretta, attraverso due iscrizioni lapidee, conservate nel museo di Muggia e ritrovate nella seconda metà del ‘900, che in epoca romana le vestigia del primitivo insediamento protostorico (il castelliere) avesse assunto allora una probabile funzione liturgico-sacrale con la ipotizzata dedicazione ad una divinità delle acque e al dio Mitra. Ipotesi suffragata anche dalle monete romane ritrovate all’interno del perimetro del castelliere.

Per ora nessun altro documento ci consente di ricostruire l’evoluzione insediativa in questa specifica zona, lungo l’arco temporale dei numerosi secoli che hanno preceduto e fatto seguito all’insediamento romano.

La dimensione territoriale

La posizione strategica da cui ha preso origine la scelta dell’insediamento protostorico deriva, oltre che dal controllo visivo esteso in tutte le direzione vallive che contraddistinguono il territorio circostante, anche (e forse soprattutto) dalla facile reperibilità dell’acqua, presente ancora oggi nelle sorgenti che contraddistinguono la sommità del Monte, e dalla altrettanto immediata e facile reperibilità del materiale lapideo (lastre di arenaria) indispensabile alla realizzazione delle cinte murarie difensive e dei diversi manufatti utili alla costituzione di un insediamento abitato stabile.

Questi gli indiscutibili fattori all’origine dell’insediamento protostorico del Castelliere di Elleri e della adiacente necropoli, denominata di Santa Barbara.
Gli stessi elementi che, come storica derivazione ed evoluzione di quelli, contraddistinguono, in forme evidentemente più strutturate, anche l’odierno insediamento abitato della frazione di Santa Barbara, nel Comune di Muggia in adiacenza al confine di stato con la vicina Slovenia nel cui territorio, ricompreso nel comune amministrativo di Capodistria, si estende anche una buona parte, ancora inesplorata, del castelliere in esame.

La dimensione urbana

Singolare e suggestiva, ad un tempo, appare la continuità insediativa su questa collina (più che un monte) di 215 m.slm, dove l’analisi planimetrica dell’abitato italiano odierno vede la presenza di una componente urbana sviluppata prevalentemente con insediamenti in linea, lungo le strade principali, e con un particolare, se pur limitato, esempio di linee edificate parallele tessute all’interno di una conformazione periferica delimitata da una cinta muraria circolare.
La fondamentale presenza dell’acqua è poi enfatizzata dalle cisterne pubbliche (due e a differenti livelli) per la raccolta dell’acqua di risorgiva, accanto alle quali sono stati realizzati i lavatoi, oggi dismessi, mentre a breve distanza da questo nodo esistenziale cruciale, l’edificio di culto della piccola chiesa di Santa Barbara che - oltre ad aver dato il nome al Borgo - testimonia dei trascorsi veneziani del territorio e con l’adiacente area cimiteriale costituisce quasi una versione aggiornata della necropoli, dalla quale è poco distante.
Più lontane invece le odierne cave attive, sia sul lato italiano del monte, sia nel vicino versante sloveno, attività estrattiva che, incurante dei capovolgimenti confinari storici, continua a fornire materiale lapideo per i manufatti edilizi delle aree contermini in entrambe le due distinte nazioni.

Lewis Munford sostiene, nei suoi basilari testi di urbanistica, che le componenti architettonico-funzionali di ogni insediamento umano rimangono invariate nel tempo ed il Borgo di Santa Barbara ne è l’esempio palese.

Da queste osservazioni prendono consistenza i segni che lasciano trasparire la continuità insediativa sul monte Castellier, anche se non documentabile per tutto l’arco temporale dei diversi e successivi periodi storici che via via si sono succeduti da quello iniziale, indiscutibilmente protostorico.

La dimensione architettonica

Tuttavia alle significative e singolari valenze urbanistiche del sito non sono collegati e collegabili componenti architettoniche di altrettanta rilevanza oltre ai due episodi più significativi, e quasi adiacenti, dell’edificio della chiesetta di Santa Barbara e delle strutture murarie delle due cisterne per la raccolta dell’acqua di risorgiva. Inoltre, come è accaduto in tutto il territorio italiano, il ‘900 ha provveduto ad intaccare e cancellare sistematicamente le forme insediative precedenti e se ha risparmiato l’edificio di culto, altrettanto non è accaduto nell’adiacente cimitero, mentre accanto al complesso edificato delle due cisterne dell’acqua, la presenza di un originario lavatoio è stata sostituita dalle fattezze recenti (calcestruzzo lisciato) di vasche per il risciacquo dei panni, ora non più utilizzate, che hanno intaccato l’equilibrio formale e la evocativa sacralità della fonte di quel bene insostituibile, rappresentato dall’acqua, dalla cui vicinanza la sopravivenza degli esseri viventi non può prescindere.