Storia ed archeologia

Introduzione storica al Borgo di Santa Barbara, Monte Castellier

L’altura del Monte Castellier ha un’importanza storico-archeologica di grande rilievo, grazie alla presenza di due siti archeologici, il Castelliere di Elleri e la necropoli di Santa Barbara, ad esso connessa.

Il castelliere, costruito all’incirca nel 1600 a.c., fu abitato per 2000 anni. Il fatto risulta estremamente interessante, specialmente notando come la maggior parte degli altri castellieri dell’area carsica abbiamo un periodo di frequentazione medio di 1000 anni.

Il castelliere era costruito con lo scopo di difendere le persone che vi abitavano all’interno e il resto più evidente che rimane è il muro a secco che cinge la sommità dell’altura. Nel caso di Elleri la vicinanza con zone di affioramento e di raccolta d’acqua, la vicinanza di vasti banchi di arenaria, e ampie porzioni di terreno adatte sia al pascolo che alle coltivazioni debbono essere stati tra i motivi che hanno principalmente segnato la fortuna del sito. Fortuna che è testimoniata proprio dalla continuità d’uso al passaggio tra età del Bronzo e del Ferro, momento di crisi per molti castellieri carsici, abbandonati da questo periodo in poi. Proprio all’età del Ferro si riferisce la necropoli di Santa Barbara, posta sulle pendici sottostanti al castelliere, luogo dove venivano sepolte le genti vissute sulla sommità dell’altura.

La vicinanza tra un castelliere, sito abitativo, e la relativa necropoli, per quanto possa sembrare una situazione quasi scontata, è in realtà si riscontra solo in pochissimi casi.

Le tombe erano formate da una buca scavata nel terreno, al cui interno venivano deposte le ceneri del defunto, nei casi più fortunati all’interno di un vaso ceramico contenente anche degli oggetti di corredo.

Questi materiali bronzei sono particolarmente importanti per datare le sepolture ritrovate. Si tratta di manufatti ornamentali come spille, collane, anelli, oppure oggetti d’uso come rasoi, coltelli o fusaiole. Le fusaiole erano dei dischetti di argilla forate al centro ed erano utilizzate per filare la lana. La presenza di questi reperti ci testimonia l’importanza delle greggi all’interno dell’economia dei gruppi umani che frequentavano l’altura. Anche le analisi dei resti ossei confermano la predominanza dai caprovini tra gli animali allevati, così come accadeva molto probabilmente in quasi tutti i castellieri carsici.

L’ultima epoca di risistemazione generale del sito è quella romana, momento in cui i muri già esistenti vengono rinforzati e ne vengono affiancati dei nuovi, come a suggerire una nuova forma di utilizzo degli spazi. Il testo di due iscrizioni rinvenute all’interno di un vano trapezoidale sembrano suggerire che l’area centrale del sito fosse destinata al culto di una divinità probabilmente legata al mondo delle acque: Fersimo. Poco distante è stata rinvenuta una stele dedicata al Dio Mitrha, divinità di origini orientali particolarmente cara alle truppe romane, al cui culto erano ammessi solo gli uomini che avessero superato una serie di riti d’iniziazione.

Delle successive epoche medioevali non si conservano tracce murarie, ma solo scarsi frammenti ceramici abbandonati probabilmente da pastori che sfruttavano le rovine del precedente insediamento. Le successive tracce insediative si hanno nella parte sottostante del Monte Castellier, dove sorge l’odierno borgo di Santa Barbara.

Non si posseggono notizie scritte circa l’inizio della vita in questo luogo, anche se le condizioni ambientali come l’abbondanza di acqua e di arenaria, ottima pietra da costruzione, sono state sicuramente delle ottime attrattive per i gruppi di contadini e per i cavatori di pietra che si insediarono sull’altura. La prima attestazione scritta della frequentazione del borgo in età moderna risale al 1647, data che è stata dipinta su di una tela d’altare rinvenuta all’interno della chiesetta di Santa Barbara, probabilmente appartenente alla cappella primigenia.


Da questo momento in poi si ha la relativa certezza che il borgo di Santa Barbara fosse frequentato con continuità, come lo dimostrano le poche altre date rintracciate: l’altare ligneo della chiesa di Santa Barbara del 1836, l’anno scolpito sull’architrave del portale del cimitero del 1873, il restauro della chiesa nel 1874, l’iscrizione posta sotto un’edicola subito all’esterno delle 2 cisterne idriche vicino al lavatoio del 1902. Le tracce storiche più recente sono testimoniate dal monumento ai caduti per la resistenza che commemora quanti morirono negli anni della Seconda Guerra Mondiale nel tentativo di opporsi alle truppe nazifasciste.
Le tracce della storia passano anche per le semplici abitazioni del borgo, tutte ricavate lavorando l’arenaria locale, contraddistinte da forme architettoniche molto semplici, tipiche delle abitazioni di molti dei borghi istriani