Chi era Charles Darwin

Biografia

1 A 22 anni, Charles Darwin salpò da Devonport, in Inghilterra, a bordo del brigantino Beagle; era il 27 dicembre 1831. Il suo viaggio durò 5 anni e toccò numerose località dei continenti meridionali e isole sperdute negli oceani. Un viaggio che gli offrì scene capaci di emozionarlo, come le foreste primordiali brasiliane da lui considerate incontaminate e piene di forze vitali o quelle della Terra del Fuoco, contrassegnate da morte e distruzione. Vide le pianure sconfinate della Patagonia, desolate, disabitate, dove predominavano piante nane, le cime della cordigliera andina, la Croce del Sud, la Nube di Magellano, le trombe marine, i ghiacciai scoscesi sul mare, gli effetti disastrosi del terremoto di Conception, la laguna di un atollo,... A ogni approdo Darwin partiva per esplorare i più svariati angoli degli ambienti là presenti. Ovunque andasse effettuava osservazioni sugli organismi e sui fattori ambientali che ne regolavano la presenza. Fu capace di parlare con notevole padronanza spaziando da un argomento all'altro e di formulare interpretazioni estremamente raffinate sulla diffusione di faune, flore e sul comportamento degli animali. Non dimenticò di osservare come l’uomo fosse stato capace di dare la sua impronta all’ambiente, parlando sia di assetti sociali, che di culture e sfruttamento delle risorse.
1 Già leggendo la prefazione del Viaggio di un naturalista intorno al mondo, Charles Darwin rivela la sua essenza di scienziato contemporaneo capace di affrontare vari temi delle scienze naturali, come botanica, zoologia, geologia, paleontologia, meteorologia, ecologia ed etologia.
È sufficiente leggere il primo capitolo di questo diario, pubblicato nel 1839 e successivamente nel 1845, per capire come Darwin fosse in grado di legare discipline diverse per osservare i rapporti tra biodiversità e ambiente, per ottenere risposte sull’evoluzione della natura o per proporre modelli sulla dinamica di crescita di un atollo. Fu un fine osservatore della biodiversità, dei tipi di rocce, del contenuto fossilifero di successioni di strati e di altri aspetti della natura, tanto da comprendere che l’ambiente attorno a lui era il termine di una sequenza di ambienti, iniziata anche molto tempo fa. Nato nel 1809 a Sherewsbury, Darwin crebbe in una famiglia di naturalisti. Dopo una parentesi di studi di medicina e teologia, intraprese la via che più gli si confaceva. Il viaggio del Beagle, durato dal 1831 al 1836, rappresentò l’occasione per formarsi come naturalista. Le osservazioni effettuate nel corso delle varie tappe del viaggio gli consentirono la pubblicazione di numerose opere di carattere geologico, botanico, zoologico e antropologico.
Il viaggio in terre lontane gli consentì anche di osservare che una popolazione iniziale di organismi, separata da barriere geografiche, si differenziava in specie diverse, non più in grado di incrociarsi. Queste specie avrebbero costituito, quindi, nuovi rami dell’albero della vita, mentre molte altre, ormai estinte, avrebbero rappresentato i rami morti.
1 Raccogliendo tutte queste informazioni, Darwin intuì il percorso dell’evoluzione della vita, alla cui base sta un concetto molto semplice: una forma complessa deriva da una forma più semplice.
L’evoluzione dipendeva dal meccanismo di “selezione naturale” che Darwin intuì leggendo il testo Saggio sul principio di Popolazione di Thomas Robert Malthus, pubblicato nel 1798.
Malthus affermava l’inevitabilità di una selezione tra gli uomini, a causa della crescita della popolazione troppo rapida se riferita a quella delle risorse disponibili. In sostanza, vedeva nella limitatezza delle risorse il motivo scatenante di una lotta per la sopravvivenza. Darwin riconobbe una situazione analoga anche nel mondo animale e vegetale.
In natura gli organismi davano origine a discendenti in numero superiore alle risorse disponibili: Darwin pensò che ne conseguisse una selezione in cui era il più forte vincere e ad accaparrarsi le risorse. In che modo sarebbe avvenuta la scelta del vincitore?
Per rispondere a questa domanda, Darwin tenne in considerazione l’allevamento delle specie domestiche. Osservò che in una popolazione di organismi esisteva una variabilità tale per cui tutti gli individui erano diversi tra loro: questa caratteristica era particolarmente accentuata in natura ma si riscontrava anche in cattività. Notò che gli allevatori sfruttavano questa variabilità selezionando gli individui con i caratteri per loro utili.
Darwin intuì che in natura era l’ambiente a sostituire le funzioni dell’allevatore: gli individui che meglio si adattavano ai diversi fattori ambientali e ai loro eventuali cambiamenti sarebbero risultati vincitori, avendo migliori possibilità di procacciarsi il cibo e, quindi, di riprodursi.
L'elaborazione delle idee di Darwin, durata ben 23 anni dopo il suo ritorno dal viaggio intorno al mondo, culminò nel 1859 con la pubblicazione de L’origine delle specie, subito seguita da successo e polemiche. Da questo pilastro della letteratura scientifica nacque nel 1871 un altro volume destinato a ottenere successo e a provocare discussioni, visto che le due parti in cui era suddiviso trattavano L’origine dell’uomo e La selezione in rapporto al sesso. In quest'ultima Darwin metteva in luce un altro meccanismo selettivo oltre a quello operato dall'ambiente: la selezione sulla base della scelta per l'accoppiamento. Darwin proseguì i suoi studi naturalistici sino quasi al 1882, anno della sua morte.

«Nulla può essere più utile ad un giovane naturalista di un viaggio in paesi lontani».
(Charles Darwin, Viaggio di un naturalista intorno al mondo,1845)