1. ADHD e NEUROFEEDBACK
2. CON LA FORZA DEL PENSIERO
ADHD
è l'acronimo inglese per "Attention Deficit Hyperactivity Disorder", in
italiano "Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività". E' un
disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell'adolescente,
caratterizzato, secondo i criteri del Diagnostic and Statistical Manual
Of Mental Disorders (DSM-IV-R), da inattenzione e
iperattività/impulsività.
Il neurofeedback è uno strumento per
mezzo del quale un individuo impara a modificare l’ampiezza, la
frequenza e la coerenza degli aspetti elettrofisiologici del proprio
cervello. Attraverso il neurofeedback, che permette la visualizzazione
in tempo reale, sul monitor di un computer, della propria attività
elettroencefalografica o di qualsiasi altra cosa ad essa collegata, il
cervello è educato a produrre onde cerebrali in specifiche
ampiezze e in specifiche posizioni. Fornendo al cervello un feedback
immediato riguardo al proprio funzionamento, esso diventa capace di
rieducare se stesso, fino a raggiungere il tipo di attività desiderato.
ll trattamento dell’ADHD con neurofeedback presenta numerosi vantaggi.
Innanzitutto non richiede l'utilizzo di farmaci e si è dimostrato
efficace anche in alcuni soggetti refrattari alla terapia
farmacologica. Inoltre, mentre gli effetti corticali dei medicinali si
manifestano solo quando questi sono presenti nel sistema, è da tempo
noto che le modifiche delle dinamiche corticali e talamocorticali
ottenute con il neurofeedback sono di lungo termine.
Il costo elevato del trattamento (la maggior parte dei lavori
scientifici sull'uso del neurofeedback è stata condotta con
apparecchiature complesse e in ambienti protetti) e la variabilità
individuale costituiscono, però, limiti importanti allo studo e all'uso
sistematico di questa metodologia. A dispetto delle ottimistiche
previsioni che accompagnarono i primi successi, ad oggi il
neurofeedback non può ancora essere proposto come cura principale per
l'ADHD.
Recentemente, però, sono comparsi sul mercato strumenti
molto economici e facili da usare, sviluppati essenzialmente per il
mondo dei videogiochi, che si basano sulla rilevazione dell'attività
elettrica cerebrale per indurre modifiche osservabili e quindi
utilizzabili per il neurofeedback. Sono apparecchiature wirless, che
utilizzano pochissimi elettrodi, anche solo due, facili da indossare e
con tutta l'elettronica necessaria incorporata nella stessa cuffia che
li supporta e che assomiglia, in qualche modo, ad una cuffia audio. Il
"neurofeedback per gioco" è un approccio che sta diventando sempre più
popolare, grazie a strumenti offerti da diversi produttori, che
consentono perfino di utilizzare varie "app" per l'allenamento mentale.
Questi sistemi sono stati sperimentati, nel laboratorio BCI del
nostro gruppo, per la loro capacità di indurre, con opportuno
allenamento, modifiche positive dell'attività elettroencefalografica,
così da ritardare l'insorgenza o la progressione del declino cognitivo
in pazienti neurologici.
Si ritiene, quindi, che queste nuove metodologie, semplici da
attuare e da gestire, rappresentino la migliore opportunità per
riproporre il neurofeedback a supporto di qualsiasi altro intervento
convenzionale nella terapia dell'ADHD.
Su questa base, si intede studiare, mettere a punto e validare un
protocollo per raggiungere detto scopo utilizzando prodotti di basso
costo e facilmente reperibili in commercio.
Attualmente
si stanno sperimentando software particolarmente adatti a favorire
la concentrazione, il rilassamento e le capacità di apprendimento nei
bambini affetti da ADHD.
Se
ne vuole studiare l'efficacia, il miglior metodo di somministrazione e
l'utilità dell'associazione con altri strumenti
cognitivo-comportamentali.
|
Nell'anno
scolastico 2016-17 è stato condotto uno studio pilota sull'efficacia
del neurofeeddback in un piccolo gruppo di studenti di una scuola
triestina, che ha portato alla stesura di una tesi di Laurea nel Corso
di Laurea magistrale in Psicologia: "Neurofeedback per bambini ADHD:
uno studio pilota", della
dott.ssa Livia Halaj.
|
Le BCI(Brain
Computer Interface) consentono di collegare e rendere operativi
periferiche e strumenti di pressocchè ogni genere con la sola guida
dell'attività cerebrale. Hanno alla base alla base un mosaico
concettuale formato da diverse tessere, di cui non si conoscono bene
nè le dimensioni nè i contorni. Fa parte del lavoro svolto dal gruppo
BRAINEW quello di definire questi aspetti.
Una tessera del mosaico è che
il nostro cervello produce attività elettrica per comunicare al suo
interno e con la periferia del corpo, che questa attività elettrica
può essere registrata (con l’elettroencefaloframma) e che chiunque
può modificarla volontariamente, dopo un po’ di allenamento.
Un’altra tessera è che il
contenuto informativo dell’elettroencefalogramma può essere
decodificato e se ne possono estrarre informazioni relative alle
intenzioni, soprattutto motorie, di un soggetto. In altre parole, se
muovo una mano, o se solo penso di farlo, la mia attività cerebrale si
modifica e un algoritmo sofisticato può capirlo.
La terza tessera è che un
algoritmo appropriato può utilizzare le informazioni estratte
dall’elettrroencefalogramma per azionare dispositivi esterni,
riconoscere la selezione di tasti su una tastiera virtuale, consentire
la navigazione in internet e così via.
Dal punto di vista pratico, tutto questo è di enorme interesse per
coloro i quali hanno disabilità motorie dovute ad una sopraggiunta
incapacità del cervello a inviare comandi ai muscoli (esiti di ictus,
lesioni spinali, malattie neurodegenerative) o a difficoltà dei
muscoli ad eseguire gli ordini del cervello (per lesioni traumatiche o
patologie degenerative).
Una sfida, in questo contesto, è
la costruzione di sistemi semplici, tali da poter essere utilizzati da
chiunque, con un basso costo e poco allenamento preventivo. Questi
sistemi possono essere utilizzati tanto per la riabilitazione quanto
per consentire il recupero di attività ormai compromesse, come la
esplorazione dello spazio circostante o la comunicazione verbale.
Il progetto "Con la Forza del Pensiero" prevede l'allestimento di un
veicolo giocattolo dotato di
videocamera e microfono wi-fi. Il veicolo verrà mosso, a diverse
velocità, da un soggetto allenato a modificare appositamente la propria
attività elettrica cerebrale. Questa verrà registrata da un solo
elettrodo frontale e trasmessa, senza fili, a un computer di servizio,
posto difronte all'utilizzatore. Le variazioni di direzione del veicolo
saranno effettuate dall'utilizzatore, modificando lo stato di
contrazione tonica di un paio di gruppi muscolari: uno per svoltare a
destra, l'altro per svoltare a sinistra. La telecamera posta sul
veicolo ne registrerà l'ambiente in cui si trova, trasmettendone le
immagini al computer di servizio, in modo che l'operatore sappia dov'è
e dove si dirige il veicolo stesso. Il microfono del veicolo rileverà e
trasmetterà all'operatore i rumori circostanti e la voce di chiunque
desideri farsi sentire da lui.
|